Bernd & Hilla Becher: tipologie industriali e scuola di Düsseldorf
Introduzione
Bernd & Hilla Becher hanno trasformato la fotografia in un dispositivo di catalogazione del paesaggio industriale europeo e nordamericano. A partire dalla fine degli anni Cinquanta costruiscono un progetto sistematico: fotografare strutture come torri di raffreddamento, altiforni, serbatoi, cokerie, miniere. Sono edifici senza “aura”, destinati spesso alla demolizione; eppure, ripresi con metodo identico – luce diffusa, punto di vista frontale, distanza costante, assenza di persone – rivelano una morfologia coerente, quasi una grammatica della rivoluzione industriale. Le loro serie non sono semplici archivi: sono tassonomie visive che rendono comparabile l’incomparabile e che hanno fondato una tradizione didattica – la cosiddetta Scuola di Düsseldorf – da cui usciranno autori come Gursky, Struth, Ruff.
Stile e poetica
- Oggettività metodica: macchina di grande formato, cavalletto, diaframmi chiusi, cielo coperto per minimizzare le ombre; la ripetizione è una scelta estetica.
- Serialità tipologica: la singola fotografia vale in quanto parte di una famiglia; il senso sta nel confronto tra le varianti di una stessa “specie” architettonica.
- Neutralità apparente: l’assenza di pathos non significa assenza di punto di vista; è uno sguardo che afferma il valore documentario come linguaggio.
- Architettura come scultura: forme industriali trattate come oggetti plastici; il ferro e il cemento diventano geometrie pure.
- Montaggi a griglia: presentazione delle serie in tavole uniformi, per far emergere somiglianze e differenze con immediatezza scientifica.
- Pedagogia dello sguardo: il metodo diventa insegnamento; la ripresa rigorosa educa alla lettura comparativa delle immagini.
Opere e riconoscimenti
Le grandi serie su miniere della Ruhr, torri d’acqua e strutture britanniche o statunitensi costituiscono un patrimonio iconografico unico. Le mostre internazionali e i libri dedicati alle tipologie hanno influenzato musei, scuole e archivi, ridefinendo il modo in cui si conservano le memorie del lavoro e della produzione. Il loro insegnamento a Düsseldorf forma generazioni di fotografi, portando la loro estetica nel dibattito dell’arte contemporanea.
Perché è importante
I Becher hanno dato alla fotografia un ruolo di scienza visiva: non più singole “opere”, ma insiemi organizzati che permettono di capire un’epoca. La loro eredità vive nella fotografia concettuale, nell’arte di paesaggio, nella documentazione dei patrimoni industriali.
Approfondisci
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